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IL PRIMO RE – Il suono del film

Il Primo re di Matteo Rovere è un film ambientato in epoca pre-romana, è una rivisitazione del mito di Romolo e Remo e della fondazione di Roma in chiave artistica. La vicenda dei due fratelli si svolge in un ipotetico 753 a.c nelle terre laziali dell’epoca. La caratteristica che contraddistingue quest’opera è la lingua parlata dai personaggi. Il regista e gli autori, insieme ad alcuni semiologi dell’università La Sapienza hanno fatto una ricerca molto approfondita per creare un proto-latino ibridato con termini indoeuropei che potesse essere in qualche modo simile alle lingue di quel periodo. Nel panorama italiano odierno è una produzione singolare, uno sforzo artistico e tecnico che dimostra la vivacità del nostro ecosistema cinematografico quando viene ben stimolato. Nelle righe che seguiranno troverete un resoconto sul lavoro fatto per la creazione del suono di Primo re.

Ho avuto il piacere di prenderne parte curando la post produzione audio e il sound design con una squadra ormai rodata che vede Angelo Bonanni fonico di presa diretta, Gabriele Fasano che si è occupato del field recording, Mattia Persico che insieme a me ha curato il montaggio dei dialoghi e degli effetti sonori, Mauro Eusepi foley artist e Michele Mazzucco che, insieme a Franco Piscopo, hanno curato il missaggio del film.
Leggendo la sceneggiatura del film si viene catapultati in un mondo antico, carico di suggestioni e misticismo, gli uomini di quell’epoca avevano una spiritualità molto forte. Immagino che, a differenza di come è inteso il rapporto con la religiosità oggi, per quegli uomini queste divinità dovevano essere qualcosa di concreto, qualcosa che si presentava in ogni sfumatura delle loro vite. La storia del film ruota attorno a questo concetto in maniera molto marcata ed è proprio la profonda credenza dei personaggi che muove la storia. Per aiutare la narrazione con il contributo sonoro era necessario trovare una direzione che tenesse presente la mentalità dell’epoca.
Con l’intento di entrare nelle loro teste, mi sono domandato come questi uomini potevano ascoltare il mondo che li circondava e quali suggestioni poteva provocare in loro il panorama sonoro dell’epoca.

Pensavo fosse una domanda sciocca, come si può capire una cosa del genere! Invece con mia grande sorpresa ho trovato molte ricerche che mirano a ricostruire l’aspetto del mondo sonoro del passato (trovate qualche link in fondo)

Foto di Fabio Lovino

Ho iniziato a leggere qualsiasi cosa trattasse l’argomento sperando di trovare un input. Materie illuminanti  sono stale l’ecologia acustica e una nuovissima disciplina di ricerca, l’archeo-acustica.
Lo studio che in particolare ha posto le basi per il lavoro successivo è quello relativo a come l’inquinamento acustico contemporaneo impatta sul suono della natura. È stato riscontrato che gli animali, insetti, volatili o mammiferi, vicino alle zone “civilizzate” tendono ad avere una tonalità più alta rispetto ai loro simili che vivono in zone più lontane dal caos. Di fatto è come se dovessero strillare per farsi sentire. Nel 753 a.c. non esistevano ancora tangenziali intasate dalle automobili e quindi il bioma doveva avere certamente una voce meno stridula e stressata rispetto ad oggi. La direzione da prendere è apparsa chiara. Tutti gli ambienti sonori del film sono registrazioni abbassate di tonalità, rallentate, alcune volte in maniera particolarmente accentuata. L’effetto è interessante, infatti si ha l’impressione di ascoltare qualcosa di familiare, di naturale, ma contemporaneamente risulta in qualche modo estraniante e, idealmente, insegue quella sensazione di percezione alterata che gli uomini del passato interpretavano in maniera mistica.

Il film ha il suono nativo in 7.1 per creare questo tipo di ambientazione sonora è stato necessario mettere in piedi una library audio con delle caratteristiche particolari. Le registrazioni infatti sono state eseguite a 96Khz in doppio MS e successivamente decodificate in 7.1 con Harpex. Il rig montava microfoni capaci di registrare fino a 50khz in maniera da mantenere integre le alte frequenze una volta effettuato il rallentamento o l’abbassamento di tono (motivazioni tecniche sono spiegate in questo post). Le registrazioni sono state fatte da Gabriele Fasano per lo più in zone remote della toscana e nella palude di Fucecchio.

Per riuscire in questo intento era necessario avere un suono di presa diretta che si prestasse al tipo di lavorazione descritta sopra. A mio avviso Angelo Bonanni ha compiuto una missione quasi impossibile, dal punto di vista della ripresa audio il livello di difficoltà sul set era altissimo e preservare la performance di attori che parlavano una lingua inventata, con una preparazione durata mesi, era quasi un imperativo morale. Le difficoltà sono state molteplici;  location sempre in esterno e spesso umide e fangose circondate dal traffico autostradale, ferroviario e aereo. Macchine del vento, del fumo e del fuoco necessarie alla costruzione scenica che roboavano in sottofondo. Quasi sempre gruppi di attori in scena con battute da recitare e tutto ciò senza neanche poter usare radio microfoni sui personaggi perché semi nudi. La percentuale di doppiaggio dovuta a problemi tecnici è prossima allo zero, in questo film gli unici interventi necessari sono relativi alle urla di battaglia, brusii in proto-latino per sonorizzare le comparse sullo sfondo e poi fiati e respiri, sfumature quasi impossibili da registrare nella situazione descritta sopra

E parlando di dettagli un lavoro enorme è stato fatto da Mauro Eusepi in sala rumori, una delle sessioni per la creazione di foley più fangosa a cui mi sia capitato di assistere.

Il film è anche azione e battaglie corpo a corpo. Una cosa a cui abbiamo fatto molta attenzione era soprattutto il suono del metallo. Il periodo in cui si svolge il film è in piena età del ferro e il risonante suono dell’acciaio temperato, quasi un cliché cinematografico, non apparteneva a quell’epoca. Abbiamo cercato il più possibile di usare spade in ferro battuto, una nuance sonora con un carattere storicamente più preciso.

Ci sono montage di alcune scene ad opera di Gianni Vezzosi che descrivono stati alterati o punti di svolta narrativi in cui anche il suono acquista una dimensione più estetizzata. Il trattamento sonoro preferito in questi appuntamenti è stato quello della sintesi granulare effettuata con il sistema Kyma. Sono state trattate così alcune vocalizzazioni degli attori e alcuni elementi naturali della libreria costruita ad hoc per il film,  l’utilizzo di sintesi sonora pura è stata messa in campo solo per arricchire il timbro degli effetti generati con la sintesi granulare, l’intenzione era quella di mantenere una carattere organico del suono anche nelle situazioni di sonorizzazione più estrema.

Impostazione del Kyma

 

Qui è possibile ascoltare una voce trattata in maniera da poter essere inserita un contesto musicale

Tutto questo materiale insieme alle musiche di Andrea Farri è confluito in missaggio presso gli studi di InHouse a Roma, dove è stata anche post-prodotta la splendida fotografia di Daniele Ciprì colorata da Christian Gazzi.

Il missaggio è stato lungo e complesso, impostato da Franco Piscopo nelle prime due settimane e portata a termine da Michele Mazzucco nelle successive cinque. La gestione della dinamica del suono è stata una sfida non da poco. La musica è quasi sempre presente lungo la narrazione della storia, si passa da scene di assoluta calma in cui è un’elemento quasi atmosferico a scene in cui esplode insieme agli effetti sonori per accompagnare  con enfasi le scene d’azione.

Andrea Farri – Michele Mazzucco – Gianni Vezzosi

Primo Re è un film unico nel suo genere. Un film che valica i confini tematici del cinema nostrano ed è capace di rivolgersi in maniera universale al pubblico internazionale.

Il trailer ufficiale del film

 

Riferimenti:

 https://www.nature.com/articles/424267a.epdf?referrer_access_token=VUblxZXp0VEcVpxz6M2qatRgN0jAjWel9jnR3ZoTv0NuZZE7lyxQ67IWbEgojsFXoks23i_N_eA3CBkF3hnZMVN0Jl_eEQwrtJrmPC68i75GuuQ-BbSU7gXlG2AO-inNsz7yZaZTllZAtwLvthVix_dPXJ7cHnIpL11Xc4e5KCG5qlXUq7d0v5mXBK8raJdW2BWEgilXciQ0xZtsDkt1DCOeWwsiMhyCN5JcTIuKiXcmNjdL7lC4Mn44z43Jb8Th&tracking_referrer=www.iflscience.com
– https://onlinelibrary.wiley.com/doi/abs/10.1111/brv.12207
– http://news.bbc.co.uk/earth/hi/earth_news/newsid_8305000/8305320.stm
https://www.npr.org/sections/health-shots/2015/09/10/436342537/how-sound-shaped-the-evolution-of-your-brain
http://advances.sciencemag.org/content/1/8/e1500355.full
http://www.newhistorian.com/hearing-ability-of-early-humans-revealed-in-new-study/4926/
– https://www.scientificamerican.com/podcast/episode/ancient-human-ancestors-heard-differently/
https://mitpress.mit.edu/blog/aural-history-web-reconstructing-past-through-sound-0
http://www.edc.uri.edu/nrs/classes/nrs534/nrs_534_readings/sound2.pdf
http://theconversation.com/soundscapes-in-the-past-adding-a-new-dimension-to-our-archaeological-picture-of-ancient-cultures-80861
– https://www.euppublishing.com/doi/pdfplus/10.3366/sound.2016.0081
– http://www.sensorystudies.org/sensorial-investigations/movement-memory-the-senses-in-soundscape-studies/
– https://www.wired.com/2008/05/st-thompson-22/
– https://blog.ted.com/the-voice-of-the-natural-world-bernie-krause-at-tedglobal-2013/
– http://www.landscape-perception.com/archaeoacoustics/

Mirko Perri

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