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Suono subacqueo

Riporto la traduzione di un’interessante post scritto da Tim Prebble sul suo blog Music of sound.

Qualcuno ha chiesto qualche dritta su come si possono realizzare suoni subacquei così ho pensato di postare come esempio alcuni approcci differenti da me tentati che hanno funzionato bene a seconda dei casi. Prima di procedere con l’ascolto vorrei chiarire una cosa: la fisica è molto affascinante, ma a meno che non si stia lavorando ad un documentario su come il suono si ascolta sott’acqua, allora l’obiettivo è quello di evocare la sensazione di stare stare sott’acqua. Spesso quando ascolto le registrazioni fatte con idrofoni mi capita di pensare che quel suono non è quello che io ricordo quando sono immerso nell’acqua. La mia memoria sonora in parte è influenzata da decenni di documentari e film sugli scuba ma ciò che mi fa pensare a quel tipo suono è solo in parte influenzato da ciò, infatti, per lo più, si tratta di qualcosa di più viscerale. La mia mente è maggiormente influenzata dall’esperienza del nuoto – in mare o in piscina. Il suono degli idrofoni tende a non farmi ricordare quel tipo di esperienza. Con questo non voglio dire che non si possano tirare fuori dei suoni interessanti con gli idrofoni, ma per i miei progetti dove è necessario il suono subacqueo, l’utilizzo di quei microfoni non è in cima alla mia lista…

Qualche anno fa ho lavorato da un corto intitolato Water per la regia di Chris Graham. La premessa di base è un tubo dell’acqua che perde in una casa, nessuno sembra accorgersi della perdita tranne una ragazzina che cerca di dirlo alla propria famiglia ma nessuno la prende in considerazione. Lentamente la casa si riempie di acqua, fino a quando la famiglia non inizia a nuotare in giro per le stanza, apparentemente ignari di ciò che sta accadendo. Non che fosse un ragionamento sottile sul riscaldamento globale, ma comunque hanno fatto di tutto perché fosse efficace visivamente, hanno letteralmente segato una casa in due per immergerla lentamente in una piscina. Rendere un suono dell’acqua appropriato a tutto ciò era vitale, specie per la parte di climax, che era tutta subacquea.

Ho tentato approcci differenti per questo progetto – avevamo ottimi take a vuoto dal set di persone che si muovevano nella casa mezza sommersa. E, per via di un’altro progetto che avevo realizzato, avevo molte registrazioni fatte in una piscina all’aperto, ho distrutto un povero nuotatore costringendolo ad andare su e giù per la piscina. Inoltre ho cercato nella mia libreria suoni relativi all’acqua, mare, laghi e anche fango…Questo fu il mio punto di partenza e armato di tutti questi campioni ho cercato di processarli in molti modi differenti.

Per prima cosa ho provato a fare movimenti di pitch con Metasynth. Una parte di questo suono è molto utile un’altra parte no (quando si comincia a sentire la grana)

[soundcloud url=”http://soundcloud.com/timprebble/underwater-pitch-sweep”]

Dopo ho provato a processarlo con Orange vocoder, un plug in con il solito synth di “plastica” integrato per quando volete il suono di un pessimo sintetizzatore pop. Ma utile se si disabilita il synth e si utilizza un secondo file audio come sorgente per il vocoding. Così ho preso il suono delle bolle d’acqua di una piscina e ho applicato il processo di vocoding usando come sorgente il suono di un’esplosione.

[soundcloud url=”http://soundcloud.com/timprebble/underwater-vocode-1″]

[soundcloud url=”http://soundcloud.com/timprebble/underwater-vocode2″]

E giusto per divertimento ho provato ad applicare ai dialoghi del film un vocoding con sorgente il suono dello sciabordio dell’acqua.

[soundcloud url=”http://soundcloud.com/timprebble/underwater-dx-vocode”]

Considerate che era una cosa di dieci anni fa, quindi non ricordo nel dettaglio come ho utilizzato il vocoder, ciò che vi ho riportato è a grandi linee. Di seguito un’estratto del film.

Mirko Perri

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