Guida al field recording-Parte 1

Foto Designing sound

Riporto di seguito la traduzione della prima parte di un’interessante articolo scritto da Aaron Marks per Designing Sound. L’articolo è un’ottima serie di consigli per la pratica di field recording.

Con il termine field recording si intende la pratica di registrare suoni fuori da un’ambiente controllato come potrebbe essere uno studio. Quindi, ad esempio, registrare nel garage, nel cortile di casa o nel bel mezzo del nulla può essere considerato field recording. Registrare in studio è di per se una sfida, ma se si aggiunge l’attrezzatura portatile, il rumore del vento, gli aereoplani, gli uccelli e tutti gli inconvenienti che non si possono predire allora si che diventa una vera sfida! Se vi piace l’aria aperta, incontrare gente strana e fare cose che potrebbero anche essere divertenti allora il field recording fa per voi.

Propositi del field recording

Ci sono varie ragioni per mandare i field recordist e le loro attrezzature fuori a registrare. Produzioni cinematografiche e televisive, servizi giornalistici, librerie di effetti sonori ed anche produzioni musicali richiedono professionisti in grado di catturare suoni puliti, qualsiasi sia la situazioni in cui avvengano. Lavorare come field recordist può infilare il professionista in qualsiasi tipo di situazione con problematiche di volta in volta sempre differenti.

  • Come parte di una troupe cinematografica il field recordist (in questo caso fonico di presa diretta) non deve solo pensare a registrare la voce degli attori o i suoni che avvengono durante il ciak, ma dovrebbe anche riprendere suoni generici del luogo in cui si gira, in maniera che possano essere utilizzati più tardi nella fase di sound design, oppure ambienti e fondi da utilizzare in caso di integrazioni di doppiaggio. Per questo tipo di registrazioni cambia sia il modo di pensare che, all’occorrenza, l’attrezzatura tecnica rispetto alla ripresa delle voci. Essendo parte di una troupe la varietà di suoni da registrare ed il piano di produzione per le riprese fa sì che il lavoro si svolga quasi sempre ad un ritmo frenetico.
  • I reportage giornalistici, in genere, impiegano un fonico che non deve solo mandare in onda la voce del corrispondente, ma si deve occupare anche di registrare suoni relativi alla storia che si sta raccontando per farli ascoltare al pubblico. Questa gente, inseguendo le notizie,  spesso si ritrova in situazioni incontrollabili ed imprevedibili.
  • Le librerie sonore devono essere registrate da qualcuno e questa è il tipo di situazione  in cui il field recordist deve dare il meglio di sè. Devono registrare di tutto, dagli ambienti alle esplosioni, dai grilli agli aerei, c’è un’abbondanza di oggetti che generano suoni da archiviare e catalogare, e per un field recordist in questo settore le cose da fare sono molte. Inoltre, la consapevolezza che quelle registrazioni sono destinate a sound designer e che quindi verranno ascoltate in maniera molto critica è uno stimolo a fare il lavoro in maniera impeccabile.
  • I video game hanno bisogno di suoni nuovi e originali praticamente per ogni singola produzione. In questo settore il fiel recordist si occupa soprattutto di effetti e ambienti, ed il microfono solitamente viene puntato su oggetti tipo, armi, auto esotiche, veicoli militari, aerei, animali e sfascia carrozze. Questi suoni verranno usati sia “come sono”, che come elementi di un suono composto dal sound designer.
  • La produzione musicale impiega field recordist in maniera molto limitata. Nella musica ambient ci sono elementi sonori non musicali usati come fossero strumenti, in alcune registrazioni live vengono registrate a parte le reazioni del pubblico per essere poi missate in un futuro CD o DVD.

C’è un largo ventaglio di opportunità nel field recordings, e sia che ci si specializzi in un settore o si cerchi di abbracciarli tutti, la cosa che conta è il talento. E’ un tipo di professione stimolante che crea situazioni di continua sfida con se stessi, e poi la paga non è male.

Prepararsi al field recording

Prima di lanciarsi completamente nell’ignoto, sarebbe meglio prendersi una pausa, capire con che tipo di cose ci si dovrà confrontare e cercare di pianificare al meglio il lavoro da fare. Può essere incredibilmente difficoltoso cercare di coreografare l’intricato balletto logistico necessario, non solo per portare gente ed attrezzatura sul posto, ma anche per fissare le location, cercare e riunire le cose da registrare (come carri armati, macchine esotiche e armi) che hanno ognuna una necessita specifica, ragione per cui non è possibile prendere la fase preparatoria tanto alla leggera. Non c’è niente di peggio che compromettere l’intera sessione per un singolo evento considerato male. Questo è il momento di capire se si sarà in grado di portare a casa ciò che si vuole, non importa cosa.

Di seguito un’elenco di cose da considerare prima di una giornata di registrazioni.

Definire l’obbiettivo della registrazione. Capire bene lo scopo dei suoni e come saranno impiegati nella produzione è un’ottima partenza per una buona pianificazione. Gli ambienti suoneranno in surround? Il motore dell’auto sarà un suono “caratterizzante” e sarà centrale nella produzione? O sarà un suono con priorità secondaria, sepolto sotto esplosioni e colpi d’arma da fuoco? Capire l’importanza e la priorità che il suono avrà quando sarà impiegato, sono elementi indispensabili per misurare il tipo di sforzo che si dovrà pianificare per registrarlo. Inolte è importante sapere se il suono sarà destinato alla diffusione tramite grossi impianti o se al contrario è destinato ad essere veicolato tramite telefoni cellulari.

Definire i suoni necessari. Prima di definire il planning è necessario definire una lista sicura di suoni di registrare, questo per avere la certezza sulla scelta dell’attrezzatura da impiegare, sulle tecniche di registrazione da mettere in atto, sulla scelta della squadra e delle location in cui registrare. Molti field recordist cercano di trarre massimo profitto dalla sessione di registrazione cercando di registrare tutti i suoni possibili che genera l’oggetto che hanno difronte. Ma, spesso, una pianificazione fatta in base ad un budget ristretto potrebbe non permettere registrazioni extra oltre quelle strettamente necessarie. Per esempio, se si ha bisogno solo di suoni di motore al minimo, non bisogna preoccuparsi di registrare i veicoli lanciati in strada a 100 Km/h. Se, al contrario, serve il suono del motore di una macchina particolare che si muove ad alta velocità, bisogna cercare un posto perché ciò possa avvenire in maniera sicura per il guidatore senza sforare il budget.

Qual’è il budget disponibile? Le limitazioni del budget influiscono sulla scelta dell’attrezzatura da noleggiare, dei collaboratori da coinvolgere, dei luoghi in cui registrare e su un’altra miriade di fattori. Sapere come affrontare il lavoro aiuterà  a bilanciare tutti questi fattori ed a ottenere buone registrazioni, oltre che una paga dignitosa. Registrare la vostra auto nel vostro cortile potrebbe essere un’ottima strategia per venire in contro alle necessità di progetti a budget ristretto. La situazione contraria vi permetterà di noleggiare una pista con annesse auto da gara e piloti professionisti, di chiamare una squadra di field recordist con un’ottima esperienza professionale e di noleggiare il top dell’attrezzatura. In ogni caso la sfida rimane sempre quella di registrare al meglio senza sforare il budget.

Che attrezzatura si ha a disposizione? Bisogna sempre fare un’inventario dell’equipaggiamento tecnico di cui si dispone prima di partire e capire cosa serve per aumentare la possibilità tecnica, trovarsi a dover registrare colpi di pistola solo con uno Zoom H2 a disposizione potrebbe non dare risultati eccellenti. Il fattore noleggio attrezzature va sempre considerato nella pianificazione del budget.

Bisogna sempre cercare di capire in anticipo quali saranno le condizioni in cui si andrà a registrare e fare sopralluoghi dei posti che si sceglieranno. Capire se il posto scelto è adatto al tipo di lavoro da svolgere prima di iniziare a lavorarci è qualcosa che bisogna sapere nella maniera più assoluta. Anche se pensate di raggiungere il bel mezzo del nulla non è una garanzia del fatto che non ci saranno problemi. E’ sotto una tratta aerea trafficata? E’ un posto famoso per fare off-road? Ci sono insetti, uccelli o animali selvatici che potrebbero dare problemi nelle registrazioni? Se si affitta un magazzino o un locale commerciale ci potrebbero essere macchinari in funzione che fanno rumore? Non bisogna dimenticare le previsioni del tempo. La pioggia, il vento o le temperature estreme potrebbero infatti essere fattori decisivi per il fallimento di una sessione di lavoro. Bisogna sempre anticipare questo tipo di inconvenienti ed eventualmente porvi rimedio a tempi di record.

Decidere il numero di persone da coinvolgere. Capire in anticipo se basta un solo uomo che corre con il microfono in mano o se ci vogliono un numero maggiore di persone a coprire il campo d’azione è un tipo di valutazione da fare con molta attenzione. Troppa gente potrebbe distrarre dal lavoro, troppa poca gente potrebbe mettere sotto pressione l’intero gruppo di lavoro. E’ buona regola pianificare che ogni persona abbia una mansione specifica per stare sul posto. Una persona può essere prevista come supervisore, un’altro gruppo come recordist con l’attrezzatura in mano in cerca delle prospettive migliori per registrare. Grosse sessioni di registrazioni potrebbero necessitare di assistenti che preparino i microfoni, si occupino dei cablaggi e dei curiosi intorno. Un’ottima idea in situazioni rischiose, come la registrazione di armi o macchinari pesanti, sarebbe quella di mettere sotto contratto un medico o un’ambulanza a seconda dei rischi. Inoltre avere nello staff un consulente che conosce bene l’oggetto o il soggetto che si sta registrando, garantirà i migliori risultati, a volte la presenza di queste figure non ha prezzo.

Una volta che si ha un’idea di cosa registrare, dell’equipaggiamento a disposizione, del posto e dello staff, è tempo di capire come fare avvenire tutto ciò. Bisogna entrare nell’ottica simile a quella di un’unità militare che sceglie armi e le munizioni adatte al tipo di battaglia che si prevede di combattere. La scelta dei microfoni, dei registratori e delle attrezzature è decisivo per la riuscita di una sessione di lavoro, e non c’è cosa più spiacevole che arrivare sul posto ed accorgersi di avere l’equipaggiamento tecnico sbagliato. Non è necessario avere le attrezzature di proprietà, anzi in genere la norma è noleggiarle.

Microfoni

I microfoni si presentano in tutte le forme e le grandezze, avere quello giusto puntato può fare la differenza. Il più costoso non è sempre la scelta migliore e quello “perfetto” per la situazione non sarà sempre il più pratico da usare. Nel field recording bisogna sempre scendere un minimo a compromessi in base alle situazioni, ai suoni da registrare ed alle attrezzature di cui si dispone, il microfono che si usa per ogni situazione potrebbe risolvere la maggior parte dei problemi, ma potrebbe anche peggiorarli. Un’ottimo consiglio è quello di scegliere i microfoni in base a quello che non riescono ad ascoltare piuttosto che in base a quello che riescono a fare.

Ci sono ormai così tanti modelli di microfono che diventa sempre più faticoso capire come orientarsi nella scelta di quello adatto alle situazioni che si devono affrontare. Molti field recordist hanno il proprio microfono preferito, magari per il modo in cui colorano il suono o semplicemente per via del fatto che hanno sempre avuto fortuna con quel modello. Fino a quando non si fa una solida esperienza sul campo, c’è un’approccio più scientifico alla scelta del microfono adatto.

I tipi di microfono

I microfoni si distinguono

per due caratteristiche. Il “tipo” e il “pattern polare”. Il “tipo” si riferisce alla costruzione fisica del microfono, il pattern polare al modo in cui il microfono “ascolta” il suono. Le due caratteristiche hanno la stessa importanza quando si decide qual’è il miglior microfono da scegliere per la situazione che si intende affrontare.

Tipi

  • Stereo. – Questo tipo di microfono è progettato per catturare l’immagine stereo di un suono. Ci sono varie configurazioni; XY, MS(mid-side) o in coppia pari. Sono ottimi per la registrazione di ambienti o effetti se richiesti stereo.
  • Fucili. – Corti o lunghi, in configurazione mono o stereo, questo tipo di microfoni tendono a catturare i suoni che si presentano in asse al microfono ed a smorzare tutto ciò che si trova ai lati e dietro. Sono ottimi per la registrazione dei dialoghi sul set o per la registrazione ravvicinata di fonti sonore escludendo tutto ciò che ci sta intorno.
  • Generici. – Utili per un’ampia gamma di impieghi, buoni sia per la registrazione di voce che di effetti sonori e di tutti casi in cui si richiede un formato mono.
  • Lavalier. – Questi piccoli microfoni sono stati progettati soprattutto per la ripresa vocale, ma la loro dimensione può essere molto utile in tutti quei casi in cui la grandezza del microfono diventa un problema.
  • Dinamici. – Questi tipi di microfono sono robusti, economici, non temono l’umidità e riescono a gestire bene suoni con un forte attacco come spari o rullanti di batteria. La loro sensibilità non gli permette però di catturare suoni a bassa intensità ma risultano ottimi per suoni molto forti.
  • Condensatori. Sono molto sensibili e capaci di catturare suoni fievoli,  come gli ambienti. Sono ottimi in tutti quei casi in cui è necessario catturare le più piccole sfumature di suono.
  • Altri tipi. – In aggiunta a quanto elencato sopra, esistono altri tipi di microfoni che vengono usati per particolari applicazioni. I microfoni a contatto sono specifici per la cattura delle vibrazioni di un corpo e non sono suscettibili alle “onde sonore”. Gli idrofoni sono speciali microfoni progettati per registrare mentre sono immersi nei liquidi. I microfoni binaurali hanno la capacità di riprodurre fedelmente l’ascolto umano, hanno la forma di testa e i microfoni sono nelle orecchie. I microfoni surround hanno una configurazione multicanale a sei tracce e sono impiegati per la ripresa da ogni tipo di direzione, l’ascolto viene poi fruito tramite impianti 5.1.

Pattern polari

  • Omni-direzionali. – Il pattern omni ha una risposta in frequenza sempre uguale, qualsiasi sia l’angolo d’incidenza da cui proviene il suono. Hanno un suono molto naturale e sono ottimi se si desidera riprendere il riverbero della stanza in cui si trova la sorgente sonora.

Uso dei microfoni omnidirezionali

  • Quando la sorgente del suono è a breve distanza dal microfono, per evitare che la non-direzionalità faccia sì che i suoni circostanti diventino uno svantaggio.
  • Se bisogna riprendere uno speaker, poiché, non essendo molto suscettibili all’effetto di pop e di prossimità, possono stare molto vicini alla bocca di chi parla.
  • Quando il vento è un problema. Sono molto meno sensibili dei microfoni direzionali a questo tipo di problema.
  • Quando è necessario che il microfono sia piccolo come un lavalier
  • In situazioni di riprese multicanale e stereofoniche, utile quando si devono riprendere effetti sonori a larga scala come il passaggio di un treno vicino al microfono.
  • Cardioidi. – Un tipo di pattern unidirezionale, molto più sensibile a ciò che sta difronte il microfono e molto meno da cio che sta dietro. La forma classica dell’area di ripresa è a forma di cuore viene usato in applicazioni in cui e desiderabile un certo grado di isolamento della fonte da registrare rispetto al resto circostante.

Utilizzo dei cardioidi

  • In situazioni in cui si può differenziare lo spazio in una parte in cui si desidera registrare, difronte il microfono, e in una seconda che si vuole discriminare, a 180° rispetto al fronte del microfono. Ad esempio se si vuole registrare una persona che parla in strada, si punta il microfono sulla persona con la strada alle spalle del microfono.
  • I cardiodi generalmente non sono molto utilizzati in ambito audiovisivo (molto di più in ambito di produzione musicale), infatti in questo settore sono preferibili i super/hyper cardioidi che garantiscono una direzionalità maggiore.
  • Super/hyper cardioidi. – Due varianti dei pattern unidirezionali. Hanno un’angolo molto stretto e vengono utilizzati quando la fonte e distante dal microfono o quando si deve trattare con suoni circostanti molto rumorosi.

Utilizzo dei super/hyper cardioidi

  • Quando si vuole discriminare il riverbero del luogo in cui si registra e si deve lavorare con un microfono di dimensioni relativamente piccole.
  • Quando  si considera rumore non desiderato tutto ciò che sta in un’area tra 110°o126° rispetto al fronte microfonico, e desiderato ciò che sta in asse con il microfono. Ad esempio l’asta che segue un’attore sul set.
  • Questo tipo di microfono è quello che tipicamente viene montato sulle aste per la ripresa sul set.

Utilizzo dei mezzi-fucili

  • Per avere una grande discriminazione del riverbero e dei rumori circostanti soprattutto alle frequenze medio-alte.
  • Quando si riprende un’attore in movimento, poiché avendo una buona direzionalità il microfonista può puntarlo sull’azione discriminando i suoni fuori asse.
  • Il tipo più utilizzato sul set.

Utilizzo dei fucili

  • Per avere la massima discriminazione rispetto ai suoni circostanti, rispondendo in maniera direzionale ad una più ampia gamma di frequenze rispetto i mezzi fucili.
  • In esterno, per riprendere un suono particolare che si trova più lontano del solito.
  • L’uso in interno e sconsigliato perché l’interazione di questo tipo di pattern con l’acustica di una stanza chiusa tende a colorare il suono in maniera non naturale.

La scelta del microfono

Sfortunatamente nella scelta di un microfono ci sono fattori molto più complessi che il semplice pattern polare, anche se è un buon inizio. Come pensiamo di piazzare il microfono? Come sono le condizioni sulla location? Ci sono fattori di temperatura da tenere in considerazione? Rispondere bene a questo tipo di domande è utile per avvicinarsi sempre di più ad una scelta migliore dell’attrezzatura.

  • Le dimensioni di un microfono possono essere decisive nella scelta di un microfono. Ad esempio se bisogna microfonare il vano motore di un mezzo in movimento la scelta di un lavalier ha molto più senso di un  fucile. Inoltre bisogna considerare il tipo di piazzamento da usare, se su asta, su asta anti-shock, nell’antivento o solo col nastro adesivo.
  • Il metodo con cui i microfoni trasformano le onde sonore in energia elettrica sono anche fattori da considerare, ci sono vantaggi e svantaggi nell’utilizzo di microfoni classici specie quando si ha a che fare con problematiche tipo il vento. Un microfono a contatto ad esempio cattura il suono da un’interessante prospettiva che non è quella delle “onde-sonore”
  • Le caratteristiche di direzionalità (pattern polari). Questa tipo di scelta va operata non solo in base all’area che si desidera registrare, ma forse è più importante che avvenga in base a ciò che non si desidera riprendere.
  • Il vento e il rumore da maneggiamento. Queste sono le problematiche maggiori nel field recording, esistono coperture antivento e accessori che danno la possibilità di ignorare completamente questo tipo di problematiche, inoltre ci sono microfoni equipaggiati di filtri passa alto che danno la possibilità di diminuire ulteriormente l’impatto negativo di questi fattori, facendo la vera differenza rispetto ad altri modelli.
  • Copertura dello spettro di frequenza senza discriminazioni. Generalmente i microfoni sono progettati per assicurare una risposta in frequenza omogenea, ma spesso, nella pratica, per via della loro costruzione effettiva, tendono ad enfatizzare leggermente alcune zone dello spettro. Se ciò che si registra ha una gamma di frequenze che rientra in quella porzione che il microfono riprende in maniera omogenea, non si dovrebbero avere colorazioni strane. Caratteristiche particolari li hanno il lavalier che tendono ad enfatizzare le alte frequenze per compensare il fatto che spesso vengono posizionati sotto i vestiti.
  • La risposta in frequenza lungo l’arco del pattern polare. Sfortunatamente i microfoni tendono a non avere la stessa risposta in frequenza da tutti gli angoli di incidenza del suono sul pattern polare. Questo non è un problema quando si registra con microfoni direzionali, ma va tenuto in considerazione quando si intende riprendere ambienti sonori con un angolo molto largo, una migliore rappresentazione si ha quando il microfono ha una risposta omogenea lungo tutto il pattern.
  • Alcuni microfoni richiedono alimentazione, ci sono modelli che sono alimentati a batteria, mentre altri richiedono l’alimentazione phantom generata dal registratore, questo tipo di situazione fa sì che la scelta dei registratori sia ristretta solo ad alcuni tipi. Ci sono altri microfoni che richiedono una unità di alimentazione separata che potrebbe impedire la capacità di movimento. Bisogna sempre assicurarsi che le esigenze di alimentazione non siano di impedimento alla capacità d’azione sul campo.
  • Suscettibilità all’umidità ed alle temperature. Condizioni di caldo o freddo estremo hanno un forte impatto non solo sull’uomo ma anche sulle macchine. Condizioni di freddo estremo rendono le batterie poco affidabili e apparecchi che hanno bisogno di “scaldare” potrebbero funzionare male. Anche i microfoni, specialmente nella parte più delicata, il diaframma, in condizioni troppo calde o fredde potrebbero colorare il suono in maniera eccessiva. Bisogna assicurarsi delle condizioni a cui si va incontro e scegliere le attrezzature adeguate.
  • La capacità di gestire suoni sia che siano molto forti o molto deboli. Registrare suoni con grandi dinamiche può mettere in difficoltà anche i field recordist più navigati. Registrare un suono molto forte o molto debole è di per sè una sfida, ma registrare una sessione mista con suoni di dinamiche molto diverse lo è ancora di più e la scelta del microfono che riesce a fare un buon lavoro in entrambi i casi è un valore aggiunto senza pari.
  • Robustezza. I microfoni da studio sono molto più delicati poiché devono catturare le sfumature degli strumenti e della voce, con questo non voglio dire che non sia possibile usarli nel field recording, ma perché prendersi la pena di doverli mettere in condizioni che non riescono a sopportare? Bisogna sempre optare per una scelta di microfoni, che sopportino il viaggio, che resistano alle vibrazioni di un veicolo che sobbalza, per esempio, o che siano robusti abbastanza per resistere ad un microfonista ninja che li sbatte dappertutto.
  • Per finire, come suona il microfono. Purtroppo la qualità sonora non è sempre il fattore principale nella scelta di un microfono, anche se dovrebbe avere peso nella decisione. Alcuni microfoni sono veramente ottimi con qualsiasi cosa gli si metta davanti, se questi rispondono anche ad altri criteri necessari per la scelta devono assolutamente far parte del vostro arsenale. Se si dispone di un po microfoni degni, bisogna scegliere sempre quello che cattura i suoni nella maniera più pulita, dopotutto ne va della vostra reputazione e il prossimo impiego è sempre dietro l’angolo!

Prossimamente la seconda parte in cui si affrontera la scelta del registratore, degli accessori e delle tecniche di registrazione.

Aaron Marks per Designing sound
Traduzione Mirko Perri

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Mirko Perri