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La registrazione stereo M/S in produzione e post-produzione

Un’articolo dal blog di  Martin Pinsonnault sulla tecnica di registrazione M/S

Non ostante il fatto che la pratica e la teoria della registrazione stereofonica M/S esista
da più di 50 anni, molte persone sono ancora riluttanti nell’utilizzo regolare di questa tecnica durante la produzione o la post-produzione, specialmente durante la fase di editing e mix del suono. Recenti sviluppi nei software di post-produzione, insieme all’aumento della potenza di calcolo dei DSP, facilitano molto l’integrazione di questo tipo di registrazione nel workflow di lavoro.

La registrazione Mid-Side(M/S) è una tecnica di microfonazione con capsule coincidenti sviluppata da Alan Blumlein, che cattura i suoni da un punto fisso nello spazio usando due microfoni. Questa tecnica genera un’immagine naturale stereo che può essere modificata dopo il processo di registrazione. Ci sono una serie di plugin che permettono di modificare la riproduzione del suono nello spazio; tra questi, i plugin della Waves S1 (stereo imager) e M/S decoder (MS matrix), che sono quelli maggiormente usati negli studi professionali. Basati sullo stessa teoria di matrice esistono anche la tecnica di registrazione ambisonics, che è stata resa popolare dalla casa produttrice di microfoni Soundfield e più di recente il Doppio M/S, proposto dalla Schoeps e nato dalla stessa teoria matematica.

Uno dei maggiori vantaggi della tecnica M/S è la versatilità e la comodità d’utilizzo. Può essere utilizzata anche come un microfonazione mono (M) con un cardioide puntato difronte la sorgente. Durante la ripresa può essere utilizzato come boom principale o secondario, e per le registrazioni libere, è utile per catturare correttamente gli effetti sonori, le voci e persino la musica, a seconda delle circostanze. Per la registrazione degli ambienti restituisce un’immagine stereo molto naturale. Grazie alla vicinanza delle capsule si evitano problemi di fase, come spesso succede con altre tecniche in cui i microfoni sono messi in posti differenti nello spazio e con differenti angolazioni. Un limite di questa tecnica è la mancanza di una separazione stereo ben definita se si compara con altre tecniche in cui i microfoni sono molto separati nello spazio, come AB o ORTF

Aggiungere un rig M/S durante una ripresa è utile per aggiungere dettagli ad una scena complessa, se piazzati un pò più distanti, può essere utilizzata come ambiente in cui si svolge l’azione.  Inoltre queste tracce d’ambiente possono essere inserite nella library sonora del progetto. Ne ho avuto beneficio di recente, come descritto in un mio recente articolo che riguardava il film War Witch.

Durante il montaggio del suono, si può anche cercare in mezzo agli altri take per allargare l’ambiente o rinforzare i brusii.

C’è sempre un po di confusione sull’utilizzo degli M/S in fase di post-produzione. Per mettere ordine a questa cosa, bisogna che vengano separati in due categorie distinte, dialoghi ed effetti sonori. Questa scelta deve rispettare la funzione che avranno queste registrazioni nella fase finale di mix. Se si usa l’M/S come boom secondario per i dialoghi di presa diretta, la traccia che ne deriva deve essere inserita nel gruppo di tracce principali che riguardano i dialoghi, nel caso in cui venga usato per catturare l’ambiente dovrebbe essere utilizzata dal montatore degli effetti sonori e portata a mix come parte della colonna degli effetti sonori. Se si utilizza come effetto sonoro è buona pratica decodificarla e missarla stereo o surround. Bisogna fare attenzione che non ci siano dei duplicati fra le categorie, perché potrebbero sorgere problemi di fase.

Quando si registrano gli effetti in M/S, solitamente uso solo uno dei due microfoni; il fonico di mix si occuperà di spazializzare il suono con il panning. Le sorgenti M ed S catturano l’evento con qualità differenti e, solitamente, ognuno è più indicato per particolari situazioni. Il cardioide frontale (M) ha le caratteristiche adatte per la registrazione di effetti sonori: transienti pronunciati, punti di ascolto specifici e un limitato fuoco sonoro. Il microfono bidirezionale (S) può essere usato come sorgente mono; è meno sensibile alle basse frequenze e restituisce una prospettiva più distante del soggetto ripreso. I transienti sono meno pronunciati, il che restituisce una dinamica più attenuata. Il suono S e molto differente dal suono M, ma può essere d’aiuto se ci sono problemi nell’M, come ad esempio distorsioni, oppure se si vuole un suono più diffuso e distante.

Al contrario degli effetti sonori, quando si registrano gli ambienti in M/S, sono solito usare tutte e due le tracce per generare la traccia stereo necessaria.

Durante le mia prime esperienze come montatore del suono, avevamo tracce dedicate solo all’M/S, poiché dovevano essere mandate a degli outboard analogici per essere decodificati. In questo modo il fonico di mix aveva la possibilità di cambiare l’immagine stereo del suono in tempo reale, cambiando i livelli tra M ed S prima di inviarli al decoder. Permetteva di fare degli aggiustamenti tramite i fader in maniera da bilanciare l’apertura stereo a seconda del contesto generale del mix. Con il passaggio al digitale si è persa questa abitudine poiché si tende a inserire un plug-in di decodifica che toglie la possibilità di intervenire “live” durante il mix. Negli ultimi anni tendo a lasciare l’M/S non decodificato per far si che il fonico possa bilanciare la M e la S a suo piacimento. Usando un routing interno è una combinazione di plug-in le i margini di azione si allargano e includono anche la possibilità di assegnare il suono al surround. I plug-in che lavorano sull’immagine sonora rispondono molto bene con le sorgenti M/S, specie quando si vuole produrre un’ambientazione coerente e naturale sul fronte (LCR) di un setup 5.1. Questa possibilità aiuta molto la percezione del realismo di una scena, facilitando il mix tra i suoni della location e gli elementi di sound design.

Va detto che bisogna prendere alcune precauzioni durante la fase di decoding per evitare che escano fuori problemi nel mix finale LtRt (Dolby surround), che è ancora usato sia nei vecchi cinema che in Tv. Un decoding estremo della S genererà un’immagine stereo molto larga, ma aumenterà la differenza di fase tra L ed R. Queste componenti saranno interpretate dalla matrice Dolby come elementi surround perché la matrice lavora proprio sulla fase per generare la traccia surround. Inoltre, come precauzione, decodifico le sorgenti M/S prima di applicare qualsiasi processing di segnale in maniera da evitare prima qualsiasi problema che potrebbe sorgere dalle tracce non decodificate.

Le registrazioni M/S provvedono ad una grande flessibilità sia in fase di produzione che di post-produzione e bisogna capire quali sono le esigenze della scena per impiegare al meglio questa tecnica.

Di seguito alcuni link di articoli dettagliati a proposito di M/S che ho trovato molto utili:

http://jwsoundgroup.net/index.php?/topic/1713-ms-vs-xy-stereo-for-film/

http://designingsound.org/2011/08/tim-nielsen-special-ms-recording/

http://www.emusician.com/news/0766/front-and-center/142660

http://thesoundmyheadmakes.blogspot.ca/2012/09/quad-miking-dual-ms-update.html

Martin Pinsonnault
Traduzione Mirko Perri

 

 

 

 

Mirko Perri

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